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Channel: piccole risposte senza domanda
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"lo stupore che mi colse quando lei mi disse: sono innamorata di te".

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raelmozo:

non posso non rilevare come la supposta sinistra stia [sta] ancora una volta perdendo il treno [l’ultimo? nou nou, ce ne è sempre un altro da perdere, tranquilli].

dopo tutti i partiti nati negli ultimi ventanni sfruttando l’indignazione popolare, dalla lega all’italia dei valori al popolo della libertà (già forza italia), partiti che hanno il marchio della demagogia impresso a fuoco a partire dalla denominazione, ecco che la sinistra si stupisce che le recenti inchieste della magistratura, svelando l’utilizzo improprio del denaro pubblico da parte dei partiti, abbiano come primo effetto la perdita di consensi nei confronti dei partiti cosiddetti istituzionali contrapposta alla crescita dei consensi a grillo giuseppe, forse il populista peggiore di tutti.

questo disse bersani due giorni fa, stupendosi.

allora che fa bersani, lo stupito? si fa fotografare con casini e alfano, entrambi notoriamente vicini alle posizioni del partito democratico, per dire che abolire o soltanto ridurre i finanziamenti pubblici ai partiti sarebbe un errore drammatico, con conseguenze nefaste sulla democrazia.

[avevano invitato anche il quarto moschettiere, maroni. dice che aveva un impegno].

ora.

a me di casini, alfano e maroni nulla frega: sono tre poveretti.

a me interessa bersani.

ma mi attengo ai fatti.

fatto numero uno: il finanziamento pubblico ai partiti fu abolito refendariamente nel 1993. siccome in democrazia la volontà popolare conta, a partire dal 1994 fu introdotto il rimborso elettorale. via via i rimborsi [o contributi] si moltiplicarono nel tempo, fino ad arrivare al sistema attuale nel quale partiti di fatto estinti come la margherita continuano a percepire soldi dallo stato.

fatto numero due: lo stato, pubblico, eroga soldi ai partiti, privati, senza chiedere nulla in cambio. nemmeno un rendiconto annuale soggetto a revisione.

fatto numero tre: i partiti politici ricevono quantità di danaro che di fatto non utilizzano che in minima parte per le loro attività istituzionali. ammesso che siano veri i dati diffusi recentemente che rivelano che meno di un quarto dei contributi elettorali viene speso per “fare politica”, mentre il resto, quando viene lecitamente impiegato, è utilizzato per acquistare immobili o effettuare investimenti.

fatto numero quattro: nel momento di massima indignazione popolare, anche a causa delle nuove imposte che un governo finora decisamente pessimo ha istituito e continua a istituire [la certezza della norma? le regole? l’equità fiscale? cosa sono?], lo stupito dichiara l’importanza di mantenere il finanziamento ai partiti così com’è. solo con qualche controllo in più.

per evitare che i suddetti partiti cadano in mano alle lobby economiche e di potere.

e qui interviene il fatto numero cinque: i partiti, nonostante i soldi ricevuti finora dallo stato, sono spesso e provatamente in mano alle fantomatiche lobby, come dimostrano i casi di anemone, scajola, belsito, formigoni e salcazzofritto.

allora guardo lo stupito, penso all’altro stupito che lo ha preceduto e provo ad immaginare berlinguer.

per un attimo.

di berlinguer non si ricorda più nessuno, ma berlinguer avrebbe detto: dateci meno soldi, dateci quelli che ci servono, controllateci di più.

berlinguer avrebbe fatto di tutto per convincere chi si incazza a non seguire degli sconclusionati come di pietro [che prevede pacatamente l’assalto dei cittadini armati di forconi a montecitorio. e infatti i cittadini, abitanti delle città, si recano al lavoro quotidianamente impugnando il loro bel forcone: io lucido il mio ogni mattina. di pietro mi ha ricordato tanto quelluomolì, con il quale ha sempre fatto la gara a chi la sparava più grossa, quando paventava l’arrivo dei cosacchi a roma, con i loro cavalli ad abbeverarsi alle fontane vaticane] o grillo.

berlinguer era un leader, al di là delle convinzioni politiche di ognuno di noi, e avrebbe agito.

io sono nostalgico, va bene.

continuo a votare come sempre ma aspetto un altro berlinguer.

perché berlinguer enrico, per quanto mi ricordo io, non fu stupito mai.

di [Jake]


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